L'anno successivo comincia come termina quello precedente. Sono ancora nel Sud Est Asiatico, connesso alla foresta tropicale assieme al nuovo amico, Apichatpong Weerasethakul. Nel 2002, il regista tailandese, al suo secondo lungometraggio, ottenne "Un certain regard" presso le giurie francesi. "Beatamente tuo" (t.o. "Sud sanaeha") è sapiente quanto sfrontato cinema autoriale, con sequenze prolisse a sfidare mercato e pubblico. Indubbia poetica delle calma e della rigenerazione che, naturalmente, può sollucherare i critici del mestiere.
Cinema compassato, sulla lunghe sequenze in automobile (Toyota), desolazione e silenzio. Il razzismo che, vidimato dalla burocrazia, infetta i rapporti. Salvezza da una terra che, nonostante tutto, parrebbe rifiorire. Generazioni, appunto. Frontiere ("Brutto Cariano!"). Silenzio che viene spezzato dai titoli di testa, inseriti al 43° del primo tempo. Come a dire, prendiamo con leggerezza? Una leggerezza che l'autore tailandese rigonfia, rimpolpa di senso, rincarna di sesso. L'amore risolve tutto? Gli orgasmi aiutano, tra speranze e illusioni. Fuggire con Roong, senza spasmi, attendere l'ora. Sull'andamento ipnotico, l'ottima fotografia che ricongiunge, per un attimo che viene, uomo e terra. Magari tagliando qualcosina, il secondo lavoro di Apichatpong, mostra una firma non ancora in preda ai fantasmi dei trapassati, ma audacemente già sensibile alle foglie.
(depa)
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