Lavanda e sangue

Sento sperone e scendo nella polvere. Mentirei se scrivessi che è per Robert Parrish (1916-1995) che bazzico i saloon. Colpa di John Cassavetes, nel 1958 ventinovenne talentuoso, pronto a sparigliare le carte con la sua travolgente inquietudine. Al regista della Georgia il merito di aver ben gestito, nel western "Lo sperone insanguinato" (t.o. "Saddle the wind"), oltre alla scalpitante carica drammatica dell'attore newyorkese, anche un soggetto rischioso.
"In Cinemascope", con le musiche arrangiate da Elmer Bernstein, la prestanza di Robert Taylor e la voce Julie London a disposizione, Cassavetes a porre il quid, psicologico. Steve Sinclair ha un grande ranch. Ex-razziatore sudista, ha un fratello inquieto, Tony. Fresco di fidanzata, che ha un passato e un presente. Spavaldo, ma "cresciuto sino alla cartucciera". Grande figura tragica tesa all'autodistruzione.
Filo spinato è un simbolo, di ferro, come lo sperone. "Al di là c'è l'inferno" ("Fa caldo, chi andrà all'inferno non se ne accorgerà".
(depa)

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