Come dicembre, scrivevo, nella sala "Valéry", gennaio continua a portare il freddo di Rainer Werner Fassbinder. "Paura della paura", film-TV del 1975, prosegue i temi del regista bavarese. Prezioso bignami, rilegato con tutta la sua classe, ad uso del pubblico televisivo.
Il solito quadro matrimoniale, con la famiglietta attorno (palazzo). Specchio inquietante dei tempi aridi. Non riconoscersi. Avere due figli e diventare pazza. Sfinita. Il problema è il sistema nervoso. Impaurita. Cura certosina dell'immagine, Fassbinder segue con freddo sgomento. Leonard Coen concede un'illusione. Bauer malato nella testa. La scuola come la fabbrica. Psicodramma casalingo, il marito distratto diviene sfocato. La follia è un magico trillo di flauti. Nicht-normal. "Per dimenticare...tutto". Margot sola. "Avete tutti ragione". "Paura di..." Testo psicanalitico di acuta intensità. Esaurita. Un buon farmacista, "però...".
Quasi al completo, la "famiglia" di ottimi interpreti fassbinderiani, per un canovaccio classico, dite pure banale, scontato. Ma che nelle mani del febbricitante regista diviene pellicola incandescente. -"Perché l'hai fatto?", sorriso sgargiante.
Valium, cognac, e il silenzio isolante della musica, possono cambiare la visione (una volta, su "Rai3HD", sottotitolato).
(depa)
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