Kiroku

Boom
! Data la difficoltà di soddisfare le due girls, lascio prendere le decisioni a Mino. Che sfodera un autore che lascia la "Valéry" a bocca aperta, per pulizia registica e forza espressiva. Con Masaki Kobayashi (1916-1996), "cintura di tutti i colori" di Cinema, vengono in mente molte grandi firme cinematografiche, per poi stagliarsi la sua, poderosa e innovativa. Istantaneamente. "Kwaidan", evocando terribili "Storie di Famtasmi".
1. Nei toni cupi minacciosi risuona un annuncio di morte, per quanto glorioso. Un momento, sette vite, che differenza fa? Avevo sentito di un Kobayashi sociale, qui "è la povertà" che determina gli amori di un villaggio. Ma è una frase che scappa, l'immagine si alza senza badarvi. 2. La donna della neve, spirito del gelo esige un tributo. Il patto. Fiducia. Si rende anche merito alle novelle dell'irlandese, naturalizzato giapponese, Lafcadio Hearn (1850.1904). 3. Battaglia navale. L'apice in cui il film si veste d'opera d'arte, il cinema rivendica autonomia sulle altre sorelle litigiose. [qui la cronaca deve registrare la vergognosa fuga anticipata "Oeh, un altro, io vado a dormire!"] 4. La tazza di té più letterario, orrorifico narciso, lento già morto.
Scenografia e fotografia imbarazzanti. per perfezione. Immediatamente accostabile a Kurosawa, suo compagno di produzioni indipendenti, anagraficamente tra Welles (Bava) e Risi, ha la purezza dei miti intercontinentali Visconti-Lean-Kazan, ma volta la tazza e scopre il suo nome.
Mai mettersi contro, o con, gli spiriti.
Carissimo Mino, questo entra nella top e basta del Cinerofum.
(depa)

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