Questo mese è stato uno dei più fruttuosi. E' la strada giusta. Domenica scorsa, temerari, eravamo in due a rendere omaggio. Al Cinema, a quello sopraffino di Wong Kar-wai, che nel 1988, esplose ingenuo e immaturo ma figo come un macho, costretto a precipitare. "As tears go by".
Interessante l'evoluzione delle reazione in sala Valéry. Fedelissimi, pronti ad oscurare tutto per l'autore di Shangai, sempre più critici, infine veri e propri dizionari manicaretti, come quattro pasticcerie, a rincorrerci su giudizi che poi, chissà, riguardano noi.
In effetti, per digerire questa pellicola storica, a suo modo, bisogna inserirla nella sua. J. Woo era il punto di riferimento. Tanto basta, nel bene e nello yang. Scorsese è di quella generazione, ma per scorgere le sue strade cattive, bisogna scordare la scrittura. Come quella di top gun. E' un melò, indubbiamente. Come buona parte della filmografia di Wong. Solamente che il suo liquido sentimentale esprimeva movimenti e raggiungeva tonalità che sbigottivano. Per meravigliosa efficacia. Qui, al di là, della "videocamera mossa a cazzo" (cit. Cirignolo), resta un intento già chiaro, nuovo, unico, ancora da formare (fissare).
(depa)
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