Alienestate

Sempre più irto e audace il trekking con Hiroshi Teshigahara. Condotti da "Foglio", arriviamo al 1972 giapponese, quando il regista tokyota realizzò un'atipica pellicola pacifista, dal taglio originale, col giovane disertore statunitense intrappolato da burocrazie e culture: "Summer soldiers".

Felicità!

Nell'anno festoso e superbo 1946, il coinvolgente ottimismo di Frank Capra raggiunse i suoi apici. "La vita è meravigliosa" è marmellata di speranza natalizia, retorica zuccherosa che prende e che dà. Non resta che guardare e, provare a, sentirsi migliori.

Ipocrisi

Era stato in quel week end milanese di sgomberi prenatalizi in duomo, celere e digos a fermare e identificare chiunque senza pacchi d'acquisti, che eravamo entrati, trio d'alici delle meraviglie, nel paese di "A summer place". Alla "Locanda dell'amore", vige lo "Scandalo al sole" (1959), di Delmer Daves. Un proposito da panico, ieri l'ho mantenuto. Fiammate giovanili, braci ancora vive. Le isole dei ricchi, si sa, sono circondate da alghe afrodisiache.

Civiltà della fine

Non c'era bisogno dell'avvilente programmazione delle sale italiane, per rivolgermi curioso verso il cinema del Bhutan. Bisogna rivolgersi al cinema non ancora supino alle logiche di mercato e per farlo, sinché c'è tempo, tocca raggiugere vette himalayane. Il regista indiano (Darljering), classe 1982, Pawo Choyning Dorji ha esordito mostrando un tocco delicato e sensibile, strettamente intonato ai canti di quei popoli di montagna, più ricchi di mille oligarchi (inglesi, francesi, spagnoli...). "Lunana" (s.i. "Il villaggio alla fine del mondo", romantici italiani, s.o. "Uno Yak in classe").

Occup'Azione

Naviganti del cinema nostrano, seguendo il caro "Foglio", s'approda al 1959, quando Roberto Rossellini tracciò uno dei suoi personaggi migliori. "Il generale Della Rovere", con tutta la mimica di Vittorio De Sica, disegna la curva di quei milioni che non insorgono, accettanno, o s'arrangiano, sino a quando esala l'ultima goccia di dignità, che rende spavaldi dinanzi all'infamia. "Il film che ha trionfato alla XX mostra di Venezia", "Leone d'oro di San Marco". 

17 novembre 1878: non rinchiudi un'idea

Da Danielino una proposta cinematografica militante. Tra i "Giustizieri" che hanno attentato alla Storia, c'è anche Giovanni Passannante (1849-1910). Il cuoco lucano, onesto antimonarchico, per la "repubblica universale", che nel 1978 scalfì sua meschinità re uberto I (allora per lo Stivale a seminar frottole, raccattar fanfare), è simbolo vivo di un'idea di rivoluzione sociale. E della repressione che, contro di essa, gli Stati attuano su tutti i fronti possibili. Uno è quello della memoria. "Passannante", scritto e diretto dal velletrano, classe 1961, Sergio Colabona, deve essere propagandato.

Lastrica Storia

I western non mollano perché supportati da un'industria colossale, in grado di sfornare direttori capaci, attori ben pagati. Sidney Salkow (1909-2000), sceneggiatore, drammaturgo e accademico newyorkese, infuse le sue idee in una pellicola dove bianchi e pellirossa sono trattati per ciò che furono, conquistadores e sterminati. Ne "La strage del 7° cavalleggeri" (t.o. "Sitting Bull"), del 1954, la giusta vendetta per Custer e i suoi.

Pediatrichica

Ancora, sempre dal "Foglio", oltre alle perle asiatiche di cui ho, è possibile raccogliere altri minerali cinematografici, per esempio canadesi. David Cronenberg ha disseminato pietroline che restano nell'intestino, ma nel 1979, con "The Brood" (s.i. "La covata malefica"), quantomeno ha incuriosito, nauseato e divertito assieme.

Fatica Travaglio

Il cinema giapponese. Ci finisci e rischi. Da solo, isolato alle prese con te. Abbiamo già incontrato Kaneto Shindô. Il "vivace e prolifico" regista di Hiroshima, nel 1960, stupì le platee con una pellicola toccante e raffinata sulle lotte quotidiane di alcuni. Per sopravvivere su "L'isola nuda", come miliardi di contadini hanno insegnato, non serve parlare.

Sgherri e sghembi

Rincontrare Howard Hawks, dopo due anni, nella sua sconfinata distesa dell'Ovest, comporta rivedere grandi amici. Per "El Dorado", del 1966, intreccio di dolori irrisolti, il regista dell'Indiana poté contare su di una squadra imbattibile.

Alienaction

Percorrere la filmografia di Hiroshi Teshigahara comporta salti, abissi, giravolte e ritorni. Giungendo a "L'uomo senza mappa", del 1968, si scorge una spy-story allucinata e smarrita, dove la solitudine dell'eroe causerà la sua frammentazione.

Regime Caeli

Per la seconda volta sul Cinerofum, Fred Zinnemann. Appartenennte alla generazione dei rigorosi (classe 1907), il regista austriaco nel 1959 sfiorò gli Oscar con una trasposizione elegante e intensa. Estenuante e frustrante Scuola d'obbedienza, quando fuori infuria la battaglia. "La storia di una monaca".

Syndighost

Avanti con Hiroshi Teshigahara. Anzi, indietro, al 1962, quando il regista nipponico strinse il suo patto surreale con lo scrittore Abe Kobo. Ne fuoriuscì un grottesco che ben esplicita, con allegoria non necessaria, il rapporto di sfruttamento, logorante o omicida, sotteso allo strumento Lavoro. Una "Trappola" ("Otoshiana"), dove i demoni del sindacato fanno tutto il resto.

A las barricadas

Alcuni ragazzi hanno riaperto la buona stagione delle proiezioni in piazza. Ripartenza a stento, tra tecnicismi andati a male e pellicole più giuste che belle. Ma Elena, Simone, io, tutti gli altri in "Posta Vecchia", a conoscere il colombiano Sergio Cabrera. Regista classe 1950 di Medellín, una ventina di pellicola nel sacco, nel 1993 realizzò un'accorata e attuale tragicommedia sociale sugli sfratti popolari. "La strategia della lumaca". Satira sarebbe se non fosse realtà.

Tutte Libere!

Rientrati nelle grandi sale, dopo oltreseimesi, quelle stesse che hanno tradito l'universalità indiscriminabile dell'arte cinematografica, è bello ritrovarmi con Elena nella minuscola "FilmClub" per abbracciare un cinema semplice, sincero quanto intenso. In cima a salita Santa Caterina per dare il benvenuto al cinema del Ciad. "Una madre, una figlia" (t.o. "Lingui - Les liens sacrés") è un determinato affresco di un'altra società oppressa dallo sfacciato patriarcato. Mahamat-Saleh Haroun, classe 1982, non è al primo lungometraggio. Si vede.

Incubo Imperiale

In TV, canale Iris, è passato "Il pianista", del 2002, di Roman Polański. Film autobiografico, storico, drammatico. Viaggio incubo per Władysław Szpilman, musicista di Varsavia sopravvissuto all'occupazione tedesca. Finestra sull'orrore, con scenografia, costumi, fotografia ad alto impatto, dai budget di cui ormai disponeva (35$$$), che l'autore polacco dirige col cuore in macchina. Palma d'Oro.

Anima paraffina

Ancora da una suggestione di Simone, l'inattesa opportunità di rincontrare Hiroshi Teshigahara. Il regista tokyota, "esponente dell'avanguardia giapponese", nel 1966, ne realizzò una delle sue. Intendo "pellicola", sottendo "giocosa e audace mescolanza di generi". "Il volto dell'altro" è un saggio thrilleriatrico in cui lo splendido bianconero delle sue immagini corrisponde all'atroce sgomento delle nostre recite.

Avidi, vicini

Ed eccomi incontrare per la quinta volta quel buon tempone di Joaquín Luis Romero Marchent. Il regista madrileno esperto di spaghetti western, nel 1966, sincronizzò gli orologi, mostrandoci un rocambolesco "Far West", messicano, che resta vicino: "Gringo, getta il fucile!" (t.o. "El aventurero de Guaynas").