Anvedi O''' !!!

Incredibile (ohua). Si torna a due anni fa, tempi d'oro (ma che stai a di'?). Tredici (13) recensioni. Qui si delira, si scrive a caso. Concentriamoci sul cinema. Poi è stata la volta di un film italiano dell'anno scorso. Cosa può una pandemia. Nella sala "Frd", è andato in scena "Il primo re", del romano classe 1982 Matteo Rovere. Daje. La storia mitica e maschia della fondazione di Roma, parlata in romano strettissimo (vabbè, protoitalico (mica zoico)), rimbombante incombente po' c'ha rotto: morte, o gloria?

Ritmo senza tempo


40 anni fa usciva nelle sale cinematografiche ”The Blues Brothers” (1980). Criticato ferocemente in America, accolto più che bene in Italia, divenne negli anni un film cult del genere musical. Amato da molti, canticchiato da tutti. Front men John Belushi and Dan Aykroyd, alla regia John Landis.  Eccoci pronti in Sala Porty...One two three...Blues!

L'uomo ragno 2.0

Porty Hostel chiuso per questo dannato virus e dunque riapre la Sala Porty. Un ritorno sbarazzino, dedicato ai più piccoli, ma non per questo meno piacevole. “Spider-Man - Un nuovo universo” è un film d'animazione statunitense del 2018 diretto da Bob Persichetti, Peter Ramsey e Rodney Rothman, ha vinto numerosi premi tra cui Oscar e Golden Globe come miglior film d'animazione 2019.

Sport in quarantena

"Maradona di Kusturica" è un film documentario del 2008 diretto da Emir Kusturica, presentato il 20 maggio 2008, fuori concorso, al 61º Festival di Cannes. C’è da essere grati all’autore dei "Gatti nerobianchi" e dei "Padri in affari" per aver girato questo affascinante documentario sul "Pibe de Oro". In un momento in cui siamo privati di tutto e dunque anche dello sport, avevo proprio bisogno di farmene una dose e l’amico cinema ancora una volta mi è venuto in soccorso.

Varda che stupore

La penultima volta fu per Agnès Varda. Anzi, "Varda par Agnès". Colpito dal documentario da lei co-firmato nel 2017, dedicato all'arte di strada, m'incamminai lungosalendo "Santa Caterina", fiducioso di ritrovarmi nel soffice immaginario della regista belga. Cura assicurata. Pochi giorni dopo il secondo anniversario della sua dipartita, il Cinerofum la ricorda e promette di bazzicare ancora il suo poetico mondo, il suo luminoso stupore.

L'emergenza senza scrupoli

L'ultima volta al cinema (...) fu per "Cattive acque" di Todd Haynes, regista statunitense classe 1961, ora all'8a fatica. Pellicola d'inchiesta, qui per inquinamento idrico, figlia del recente successone del "Caso Riflettore" e prodotto anche da uno dei suoi protagonisti, Mark Ruffalo, ha dalla sua una struttura ben congegnata, una regia attenta, interpretazioni all'altezza. Non dico coraggio, ma la giusta determinazione nell'additare senza scrupoli, come l'avvocato protagonista di questo film, l'ennesima azienda che "scrupolo" non sa manco che significhi. Qui è la DuPont (3M fa capolino), azienda chimica statunitense, a ricordare a tutti, soprattutto in questi tempi d'emergenza sanitaria, che la salvaguardia della propria vita non può essere delegata né a governi e istituzioni, tantomeno a multinazionionali dedite al rito del profitto.

Nervi a pezzi, Rask

Venerdì scorso, cinema. Vagando sul tubo rosso, Elena ed io ci siamo imbattuti in Josef von Sternberg, che nel 1935 diresse una trasposizione del "Delitto e castigo" dostoevskiano. Tradotto in italiano col titolo di "Ho ucciso!", segue i paranoici passi di Raskolnikov, qui interpretato dal calzante Peter Lorre, topo già intrappolato, poiché braccato da sé.

Lisztomania d'altri tempi

Ieri...mattina! Spiazzati, tutti. Sì, ieri mattina. Caspiterina, cinema la mattina! Quale occasione più ghiotta per invitare in sala Valéry un po' di brava gente, in faccia al decreto Pusillanimità 2.0. Alle 9:30 entra George Cukor, che non vedevamo da un po', reggendo patisserie (namm...) e Charles Vidor. Il regista newyorkese portò a compimento, nel 1960, l'ultimo lavoro del collega ungherese naturalizzato USA. Il risultato fu "Estasi" (t.o. "Song without end"), una travolgente composizione di inquietudine e passione: la storia d'amore tra il musicista ungherese Franz Liszt (1811-1886) e la principessa polacca Carolyne.

Inizio della fine

Qualche settimana fa, prima che la malasanità ci obbligasse a casa, in sala Valéry, "Il principio dell'incertezza" (2002), di Manoel De Oliveira. Il regista portoghese nel 2002 allestì una pièce d'alto bordo, pervasa di gioiosa malinconica poesia: la calma del cinema, il cinema della calma. Stupende seghe profondamente borghesi su vuoto e società, che son la stessa cosa.

Ehm, sì, libertà, ma, però

Se può fermare il luogo, il covid-77 non può fermare l'idea. Il Cinema se ne sbatte dei decreti alla sinfasò e resiste. I supporti a disposizione per sminchiarsi anima e cervello sono superconnessi (c'è chi sbava come Homer a sentir "5G", manco fosse il punto da raggiungere...tetragono: "ahhhh"), ma rifuggo la pappa servita e reinvito, in sala Valéry, quel compagnone di Ken Loach. L'ottuagenario regista della working class si presenta imbarazzato orgoglioso, con in mano la sua prima Palma d'oro, vinta nel 2006. Prego Ken, accomodati, guardiamoci "Il vento che accarezza l'erba". Guerra civile irlandese (1922-23), frammento poco noto, ma duro e pesante, lo stesso che da sempre ostacola la marcia dell'uomo verso l'egualitarismo.

Cenere a Hollywood

Nonostante l'attenzione quarantenaria può capitare di tutto in sala Valéry. Poerdirvi, qualche giorno or sono, tutte le precauzioni non hanno impedito il contagio con "Pretty Woman". Zampini di Elena e delle reti televisive pubbliche, che propinano pressocché annualmente questo ninnolo cinematografico. Diretto dal regista newyorkese Garry Marshall (1934-2016), rende celebre sul grande schermo gambe e bocca dell'allora trentatreenne Julia Roberts e conferma il fascino di Richard Gere (vent'anni di più), senza trascurare alcun cliché.

Non video ergo cago

Non chiedetemi "perché", questo carattere (font) strano, proprio in questi giorni di COVI-19. Bah. Spero si risolva, altrimenti decreti sicurezza tris che vietano di cliccare su qualsiasi "menù a tendina che non sia di comprovata necessità". Comproviamo un po' su "Alien", scritto dallo statunitense Daniel O'Bannon (1946-2009) e diretto dall'ottantatreenne Ridley Scott nel 1979. Mai visto prima, causa precoce affettazione (mia), poveretto paga oggi imposte alle stagioni: tutto sto casino per una seppia smarrita? Dimenticando il tempo, un claustrofobico (e confuso) inseguimento al neon, dinanzi al terrore più terribile, poiché ignoto.

Middle complicazioni

E allora iniziamolo, questo marzo di corona-forum, di cine-virus (Bubu, già che ci sei, se riesci, dammi una mano: toccami). A ritroso, come il tempo di sti giorni, partiamo da ieri sera, da un Woody Allen del 2003. "Anything else" è una commedia rosa d'annata, caratterizzata dai dialoghi spumeggianti e i personaggi tannici tipici della zona artistica del regista newyorkese. Accompagnamento musicale in sala Valéry: Billie Hollyday, of course.