Non video ergo cago

Non chiedetemi "perché", questo carattere (font) strano, proprio in questi giorni di COVI-19. Bah. Spero si risolva, altrimenti decreti sicurezza tris che vietano di cliccare su qualsiasi "menù a tendina che non sia di comprovata necessità". Comproviamo un po' su "Alien", scritto dallo statunitense Daniel O'Bannon (1946-2009) e diretto dall'ottantatreenne Ridley Scott nel 1979. Mai visto prima, causa precoce affettazione (mia), poveretto paga oggi imposte alle stagioni: tutto sto casino per una seppia smarrita? Dimenticando il tempo, un claustrofobico (e confuso) inseguimento al neon, dinanzi al terrore più terribile, poiché ignoto.

Si può volere bene a una pellicola che dipinse scenari spaziali fantastici e innovativi. Affrontare distanze e creature sconosciute è una bella sfida per l'immaginazione di ciascuno. Niente di doveroso, però. Dinanzi a debolezze evidenti, come la messa in scena del classico scontro tra gerarchie militari, o il gatto John incomprensibilmente, nota l'esperienza Uomo, divenuto oggetto sacro. Pure qualche passaggio rimane nel tritatutto del montaggio che, se in alcune scene rende grande la sequenza, in altri pare rifugiarsi con troppa disinvoltura nel vedo-non-vedo (non capisco) prestigiatore. Un oscuro atterraggio poi il gatto di cui sopra. Infine, la quarantena (...) per un polpo in faccia.
La bellezza ed efficacia delle silenziose carrellate negli angosciosi corridoi e canali d'areazione dà corpo all'inquietante thriller aerospaziale ("Non computa: dati disponibili insufficienti"). Tensione da enemy unknown, quindi, fifa. Il mistero si farà convulso sino a carpire ben poco nel citato montaggio criptico, ma fuggire e braccare sotto i led giallo blu rossi, attorno ad un vermetto acido, invero orripilante, può far passare due buone orette.
(depa)

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