Middle complicazioni

E allora iniziamolo, questo marzo di corona-forum, di cine-virus (Bubu, già che ci sei, se riesci, dammi una mano: toccami). A ritroso, come il tempo di sti giorni, partiamo da ieri sera, da un Woody Allen del 2003. "Anything else" è una commedia rosa d'annata, caratterizzata dai dialoghi spumeggianti e i personaggi tannici tipici della zona artistica del regista newyorkese. Accompagnamento musicale in sala Valéry: Billie Hollyday, of course.

Oh yeah...it's Woody, announced by his...Billie. La Holiday avvolge tra voce e note quest'ennesimo incrocio amoroso ben congegnato dal regista. Anche le vie del regista, verde rampicante su quattro gradini e di nera ringhiera. Manca l'insicuro, eccolo: il balbettio monotono del protagonista (alterego, ché l'impacciato autore quattrocchi, stavolta, demolisce di cric chi puzza di prepotenza), interpretato dal Jason Biggs delle torte di mele adolescenziali, ben s'incastona nella hall of fame dei personaggi alleniani. Le sue sedute psicanalitiche, quelle presso l'esperto che "non dice mai nulla", quelle interrotte dai mugugni del protagonista nella m.d.p., sono un topos cui ogni cittadino della Grande Mela, così come ogni film di Allen non può sottrarsi. La struttura del film, con ricordi e rimandi, cerca di movimentare questo nevrotico monologo; mentre lo sfondo cabarettistico pervade i dialoghi; le battute, scattanti anche se non sempre riuscite, si susseguono con apparente semplicità ("...la Bardot e la Loren assieme!"). La dirimpettaia, Cristina Ricci, non è più serena, quindi l'interruptus caro ad Allen sarà assicurato (-"Dica qualcosa", -"Tempo scaduto"). Insomma non l'innovazione ma, ancora una volta, una variante apprezzabile. Come un iphon quasi identico agli altri, ma che si compra per fiducia. Come una delle infinite cover per cellulare, inutili e gradevoli: con un disegno, uguale e diverso, sulle dolci complicazioni della middle class newyorkese.
(depa)

1 commento:

  1. Primo giorno senza ospiti, ostello chiuso e auto isolamento dettato dal buon senso…
    Andiamo un po’ a vedere il Cinerofum cosa propone… ahaha... da dietro Depa...
    Un Woody psicologo dell’amore ci porta a spasso per il Central Park di New York con le nostre paure e insicurezze che ci fanno, ci hanno fatto o ci faranno dubitare di noi stessi e della nostra capacita’ di modificare la nostra vita a nostro piacimento.
    Tutto quello che non possiamo fare adesso, ma un giorno si potra’ di nuovo: comprare due grossi valigioni e mollare tutto e tutti quando il tutto e tutti e’ sbagliato, ossessivo e ossessionante, avido e interessato, in sunto, non ci rende felici.
    La pennellata Alleniana e’ li’, bella, attraente, sin dai titoli di testa nelle cullanti melodie citate da depa, alla fotorafia, ai dialoghi spumeggianti e universalmente riconiscibili come veritieri di comuni dinamiche interpersonali, oltre che molto divertenti.
    La pellicola va, accellera, poi rallenta (anche per problemi di connessione, ma questa e’ un’altra storia), poi riaccelera ai piacevolissimi ritmi di una commedia teatrale e infine di nuovo rallenta per andare a finire nell’immancabile, ma non banale, lieto fine.
    Bello. E siamo solo alprimo giorno.....

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