Eco-guerra, anzi, game

Forte rischio d'istigazione al sabotaggio. Sottile nel film, esonderà qui, proprio sul nostro amato 'Rofum? Polizia postale e digos (b!) sono già al "lavoro". Bisogna andarci cauti (o forse no?), proprio come il regista islandese Benedikt Erlingsson non fa fare alla sua protagonista, "La donna elettrica". Compenserà lui: Islanda e Ucraina (si fa perdire) ormai ampiamente distrutte, come tutto il resto del pianeta, non resta che ironizzarci un po' e sorridere per questa insegnante di canto davvero intraprendente, ma troppo oltre la legalità. Per cui da punire: poiché c'è già chi ha, tra le sue mansioni (retribuite), quella di salvaguardare il nostro habitat naturale. Prrrr! (è l'unica cosa che mi sovviene).

Un pinocchietto per ogni Stato

Sabato scorso, ancora cinema, ancora Elena. Sia isteria di celluloide o passione crescente, il tempo svelerà. Nella sala 1 del "City", allo spettacolo delle 19, ci aspettava Nanni Moretti, col suo ultimo spunto. "Santiago, Italia" è un documentario sul colpo di stato cileno che, l'11 settembre 1973, innalzò Augusto Pinochet (1915-2006, notare), criminale a difesa di tutti gli Stati moderni (until 1990...and beyond). In quel frangente, pure l'edificio di un'ambasciata estera parve o si rivelò una salvezza per i perseguitati dal demente sopra citato. Polvere negli occhi, la solita nei soliti, quella istituzione è lì per depredare e reprimere i prossimi oppositori allo Stato, 'sta volta italiano.

Noia commerciale

Saltato l'incontro con l'eretico friulano, ieri sera Elena ed io abbiam ripiegato sorridenti in sala Valéry. Sì perché di carne ce n'era e sul fuoco già scottava il primo lungometraggio di Miloš Forman. "L'asso di picche" (t.o. sarebbe "Pietro il nero"), del 1964, è uno sguardo affettuoso e sconsolato sulla giovinezza di quei tempi e luoghi, che vorrebbe essere come tutte, dovendo però affrontare la generazione precedente, immancabilmente ed irresponsabilmente giunta "da un altro pianeta".

Soccorso non di competenza

Momento epocale, la Elena va in avanscoperta per il 'Rofum. Avere una fedele compagna con cui affrontare le sale cinematografiche mi riempie d'orgoglio. Ai "Cappuccini" la settimana scorsa ha testato e detto sì. A ragione. Guardate "Styx", se lo ritrovate in giro. Il film scritto e diretto dal tedesco Wolfgang Fischer, passato or ora in qualche sala dimenticata da Dio e Governi, è un toccasana per i nostri sensi di giustizia e responsabilità. Nel senso che li risveglia, in barba a procedure e protocolli da seguire. Il capitale si sta spingendo sempre più avanti nella sua opera di disumanizzazione e...noi? Felici per la partita, il black friday o, comunque, fiduciosi che qualcuno aiuterà i bisognosi (a casa loro, non qui, ché tolgono lavoro o rubano). Oppure non aspettiamo altro, che qualcuno legalizzi la nostra profonda pigrizia, se non codardia, spesso camuffata da altezzoso egoismo?

Toccata da Dio

Domenica di sole freddo, già dal mattino voglia di sala Valéry. Si potrebbe proseguire la chiacchierata con Jean-Luc Godard (dato che Elena è a far altro...). La proposta volante anonima ricade su "Je vous salue, Marie", del 1984, ed è un bene che Elena non abbia assistito a questa incavolata concezione, con Maria stronzetta e Giuseppe frustrato, che da intimissimo travaglio J-L.G. cerca di alzare ad atto universale. Troppo faticoso.

Encore tutto va bene...

La premiata ditta, rigorosamente anonima, "Salita Santa Brigida" ha sputato fuori una proposta. Elena ed io, nella nostra sala Valéry, la cogliamo. "Crepa padrone, tutto va bene", del 1972, scritto e diretto da Jean-Luc Godard a quattro mani, forse proprio in nome di quell'anti-autorialità che provenne dal gruppo "Dziga Vertov"?, assieme al regista-docente, classe '43, Jean-Pierre Gorin. Durante i titoli di testa ridacchio, voltandomi verso Ele, "Lo avrebbe fatto tutto così, peut-être!". Manco il tempo di spegnere il sorriso che quasi l'autore e teorico ostinato e contrario ribadisce il concetto di "forzatura commerciale". Insomma è un Godard, quindi una visione tenacemente tesa alla LUTTE DE CLASSE (padrone, questa volta...).

Incontri & Scontri

Domenica, pranzo nel "Cu de beu" del porticciolo tutto agghindato di una Sànn-a grigia come di consueto (auguri Sesia! e grazie...) e frappè da un altro tempo, "rigorosamente vaniglia"; non resta che rientrare in sala Valéry ed inserire il DVD appena recuperato. Ad Elena e me poteva andare molto peggio: qualunque film non fosse "Matrimonio all'italiana" di Vittorio De Sica. Pellicola del 1964, tratta dalla "Filumena Marturano" di E. De Filippo, parte come commedia colorata, innalzandosi, grazie alle interpretazioni dei protagonisti, "Sophia Loren E Marcello Mastroianni", a dramma universale; di donna e di madre.

Free Panahi Free Cinema

Un cinefilo sincero dovrebbe recarsi al cinema ogni volta leggesse "Jafar Panahi". Parliamo del regista iraniano costretto nel proprio paese, privato di quella libertà di spostamento, intrinseca alla natura umana, che in questi anni, in cui profitto ed odio dettano legge e gridano alt!, pare proprio un'ironica invenzione, se non un lontano ricordo. Si badi: 1 Leone d'oro (2000), 1 Orso d'oro (2015) e altri riconoscimenti internazionali. Non solo per le qualità dell'autore, emerse con forza anche in quest'ultimo lungometraggio, ma per rispondere alle proprie intime ed agghiaccianti domande (per es: "come siamo arrivati a tal chiusura mentale?"), "Tre volti" è un prezioso esercizio artistico e ideologico.