In TV, canale Iris, è passato "Il pianista", del 2002, di Roman Polański. Film autobiografico, storico, drammatico. Viaggio incubo per Władysław Szpilman, musicista di Varsavia sopravvissuto all'occupazione tedesca. Finestra sull'orrore, con scenografia, costumi, fotografia ad alto impatto, dai budget di cui ormai disponeva (35$$$), che l'autore polacco dirige col cuore in macchina. Palma d'Oro.
Warsaw 1939. Date agghiaccianti. La m.d.p. vacilla, dinanzi una realtà in frantumi. Preferire "morire a casa propria". "La Polonia non è più sola"..."Andrà tutto bene"....Discriminazione annidata dietro ogni legge (o pass). 31 ottobre 1940, l'esodo al ghetto. Il pianista "cospiratore" prende posizione al ritmo di Chopin. Abituarsi ai militari nelle strade...è abituarsi ai morti. Prime deportazioni (Poste Italiane rimpatria via aerea gli immigrati), assassinii a sangue freddo, massacri. 15 marzo 1942, sgombero del ghetto. 16 agosto 1942, nell'efferato calendario, prevista la deportazione di massa nei campi di lavoro (vero: sterminio). Rigorosa ricostruzione storica di un assurdo imperdonabile, da non dimenticare. Milioni di grida disperate, rabbiose, impaurite, rassegnate. Domande inascoltate, che pesano. 19 aprile 1943. Il bombardamento del ghetto...16 maggio, distrutto. Terrorizzante incubo ad occhi svegli. Nascondersi osservando sgomento la tana del leone. 1° aprile 1944, la rivolta, ma è una burla infame (per "loro" la Croce Rossa arriva subito). Szpilman è sicuramente "Un bel nome per un pianista". Il tedesco bramoso di preparare l'assoluzione, con la misericordia artificiale di cui è capace un soldato. Morirà anche lui in un campo di prigionia sovietico. Dalla guerra tra Stati, solo morti.
Avvilente vedere che nulla è cambiato. Stati ed eserciti sono ancora lì.
Il Polanski mestierante che non preferisco, ma il suo abisso nell'occupazione nazista è tra i più efficaci del Cinema.
(depa)
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