Simpatia quasi illimitata per gli scalpitanti autori sudcoreani. Può capitare, però, qualcosa non scatti. Spesso con Park Chan-wook, l'autore che nel garbuglio cervellotico cerca sensazioni e immagini più forti. Del 2005, "Lady Vendetta" (t.o. "Sympathy for Lady Vengeance", in effetti più indicativo dell'ambizione dell'opera) è un bellissimo rompicapo, i cui pezzi sono tenuti assieme a fatica.
Titoli di testa sofisticati, memorabili, una un angelo bianco con l'ombretto porpora è all'opera. Si parte tra i Babbi Natali inneggianti una gioia che non c'è. "Vai a farti fottere" (scontato). L'impressione di sfilacciamento prende metri. Era pazza, ma un po' ci azzeccava, e mangiava il tofu con la faccia. Pistole e Borsetta.
Il più intricato ed estetico, come negli intenti aggrazianti del regista, è il meno convincente della trilogia. Un soggetto, comunque la si veda, scadente, non trova l'ambita introspezione (i personaggi minorissimi). D'altronde, siamo all'inizio della conoscenza di Park Chan-wook, autore che rimane succulento.
(depa)
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