Scrivere veloce su "Gli indomabili dell'Arizona" (t.o. "The rounders"), ché per questo western di Burt Kennedy, del 1965, c'è poco da spendere. Duetto di scafati illustri, un burbero cavallo catanese, bollino rosso per quattro chiappe al vento. Il mio secondo incontro col regista del Michigan è una pernacchia che non fa ridere.
"M.G.M.", Jeff Alexander alla musica e Paul Vogel alla fotografia. Incipit buffonesco, introduce i due "cornutissimi". Glenn Ford ed Henry Fonda. Ma soprattutto, contro gli intenti del director (sua la sceneggiatura dal romanzo di Max Evans), ad appesantire tutto, c'è Ninuzzo, l'equino di cui sopra. I due illustri picciotti dovrebbero domare gli irriducibili del titolo, che "mangiano l'erba, dormono in piedi", mah. Po' patetico vedere questi mostri della recitazione, cinquantenni sessantenni, elemosinare frame. Poi quante botte per Glenn (mea cumm-e balla). Pellicola per chi soffre di mal di schiena.
Commedia leggerissima impalpabile. Sessista ma ce n'è anche pei maschietti (orgogliosi e rissaioli). Toni triti disneiani, "Quello timido, è un cucciolone". Chiacchiere, sbronze inutili. "Ma perché tarda tanto quest'avvento della motocicletta?". Irrompe la civiltà e si scopre d'essere nei '60 del XX° secolo. Come non averlo visto.
(depa)
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