Uniamoci

Come mi fosse sfuggito "Il fabbricante di gattini" (t.o. "Katzelmacher"), del 1969, non saprei. Secondo lungometraggio di Rainer Werner Fassbinder, appartiene quindi alla sua primissima, creativa e provocatoria, curva artistica. Cinema di rottura contro il dilagante pensiero borghese.
Nelle "classiche" inquadrature fisse, in bianco e nero, con gli attori che manco si guardano, le vicende annoiate dei ragazzi dei muretti bavaresi. Schygulla nel suo splendore senza meta. Sottotitolo: "l'amore ha sempre a che fare coi soldi" (10.000 marchi). Violenza sulle donne come potere. Sull'ipocrisia "dal basso", non differente da quella "di classe".­ Invidie diverse d'insoddisfazione sociale. "Amore non capire", grande Rainer. "Soldi, capire". Il razzismo nel didascalismo che si merita. "Il terrone", il "gardenese" del titolo. Grottesco e realtà si mescolano, come se nulla fosse mai accaduto. Alla salute.
(depa)

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