"Oh Roy..."

A breve distanza, un'altra pellicola di Raoul Walsh, elegante quanto efficace firma statunitense. Nel 1941, Walsh diresse Humphrey Bogart e Ida Lupino in un noir dall'intreccio così scontato da dover chiamare tutta la sua, e loro, maestria, per trasformarlo in una rarità. "Una pallottola per Roy" (t.o. "High Sierra") Dal "cofanetto" di Frd, sempre più insospettabili gioielli.
"WB", "Starring" l'attrice regista londinese, autentica donna del bandito, e il newyorkese più tenebroso. Massinoor Prison. Amistia per Roy (sarcastico "Pardon" da Capitol Hill). Dopo il raffinato incipit, con sfoggio di montaggio, prende il via la fluida regia dello scafato cineasta. La fotografia di Tony Gaudio incornicia lo splendo bianco e nero maledetto. Rapinatore liberato, Tony, duro d'altri tempi. Sinuoso Walsh, lungo la dannazione del criminale solitario. Sincero con le spasimanti, innamorato d'una ventenne altrettanto sincera, pagherà l'illusione di quarantaduenne, che "compie un colpo con una donna e un cane". Dall'Indiana alla California, asso del volante, in trappola, fuggiasco sui monti, asserragliato sulla morte. Punto debole nel canovaccio ma, come scritto, il tutto è troppo bello ed avvincente.
Le vette della fuga possono raggiungere i 4421mt di solitudine.
(depa)

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