Metodo, ci vuole metodo. Se diciamo Roman Polański, ne guardiamo uno. Anche quando l'autore parigin-polacco, scarico di idee, si rifugia nelle buie sporche stradine vittoriane a seguire i passi degli sfortunati e cattivi personaggi dickensiani. "Oliver Twist", del 2005.
All'interno del ciclo "Caffé letterario", presentato dal canale Iris, "Un film di Roman Polański", con Barney Clark (?). Il regista, autore del rigore atmosferico e spaziale, creerà o no? Dickens detta, Polanski col pantografo che corre trascrive. Un film da vedere senza patemi, nemmeno quelli dello sfortunato Oliver, pigri nel pomeriggio casalingo (ovvio non andare al cinema). Becco magistrato, spavaldo quando sorvegliato. Tutt'attorno il peggio del peggio, cioè il meglio dickensiano. Cupo, come se il grande scrittore inglese non lo sapesse essere. "A me, piace, non ti sembra di essere lì?", spezza Lancillotta Elena. Si c'ero, ma che palle.
(depa)
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