Il Cinerofum chiude col Takeshi Kitano classico, dalla poetica autoriale per la quale fibrilliamo internazionalmente. Poi si vedrà. Al terzo film, del 1991, il regista giapponese mise un attimo da parte pistole, per una brezza leggera e silenziosa, che soffierà lungo tutta la sua filmografia. "Il silenzio sul mare".
Dopo il recente tuffo nel bressonianismo di Kaurismaki, questa pellicola coi tipici protagonisti impassibili (inespressivi), sordomuti, adoratori d'oceano, trova la sala Valéry già in simpatia. Una fidanzata...devota, ombra di Shigeru, netturbino in cerca di onde. Quando la tenerezza aveva la meglio sulla prepotenza, la sensibilità sulla superficialità. Profondità, con le sue pause dinanzi al mare sempre presente. Surf senza patemi, con l'ironia che permetta ad un esercizio di stile di diventare manifesto, con gli splendidi canoni che Joe Hisaishi infiocca. Finalmente, nel bene e nel male.
(depa)
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