Secondo il Cinerofum (?), Linsadro Alonso, con "Liverpool", del 2008, raggiunge la maturità cercata. Abbandonato il radicalismo da low budget, può prendere fiato, e percorrere le medesime distanze, rese maggiori dalle occasioni.
Minusocli sul Globo enorme. Nelle fredde e lontane atmosfere di Ushuaia, automaticamente alla scevra e raffinata poetica kaurismakiana. A veder se la mamma è ancora viva. Pullman con vista oceanica. Più loquace del solito, il protagonista di Alonso (scherzo-ma-non-troppo). Regia composta da sguardi mobili e silenziosi, imperniata sull'attonita frammentazione. Saranno la scenografie, i mezzi maggiori, il respiro più ampio, ma il regista argentino trova la stilistica più fruibile, non certo meno suggestiva e incisiva. Finale ottimo, per un rincotro anti-hollywoodiano tra individui irrimediabilmente "bad formed".
(depa)
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