Partiamo dall'ultimo, quello di stasera. Alla voce "Argentina", Il Foglio propone "La storia ufficiale", del 1985. Terzo lungometraggio del regista Luis Puenzo, bonaerense classe 1946, è una spietata quanto sentita denuncia all'immobilismo (collaborazionismo) della classe borghese dinanzi a...ogni sua dittatura.
Pelicùla che conia per sé il centrato "Libro cinematografico". Alicia, professoressa di storia argentina (dal 1810 in poi, 3 ore/settimana). Tra Moreira e Chirino, repubblicani, poeti e muti. Oggi, dai corridoi alle Malvine, si aggirano i generali. "Ruffiani delle guardie"; sovversivi arrestati; esuli rientrati (come l'attrice protagonista). Tutto il "trattamento di 36 giorni (senza "violationes" perché "tenuta per uno"). Dolorosa memoria, asciutta su note di lacrime. Dietro ogni adozione c'è un crimine. "La storia la scrivono gli assassini!". Disgregazione borghese, noia quando ancora non credevano ai desaparecidos (mia nonna diceva non aver saputo dei deportati). A due anni dai fatti narrati, la data della pellicola diventa acida. "I bambini nati in prigionia" da restituire ai legittimi familiari. L'indifferenza delle vuote chiacchiere può accompagnare alla tomba. Dialoghi da studiare, per inquadrare l'ipocrisia dei "commoventi borghesi colpevoli". I "nada, nada" dei torturatori ("Ralo è sfumò"). "Non distruggerò la città per 10 saggi": Ragione di Stato. Interpreti strepitosi; su tutte la principale, la bonaerense, classe 1936, Norma Aleandro. "Piangere non serve".
Dalla selezione filmografica, per fattura e, come in questo caso, per spessore tematico, prende forma un ignoto cinefilo, dato 2a1 iraniano, che ne sa e, soprattutto, ne capisce.
(depa)
Nessun commento:
Posta un commento