Fede quadrata

Tre giorni senza Elena, ricapitoliamo i passaggi dei grandi maestri nella sala Valéry. Il primo è stato quello di Alfred Hitchcock che, nel 1927, ancora privo del sonoro, carburò i suoi futuri meccanismi. "Vinci per me!" (triplamente più significativo il t.o. "The ring"), è consigliato a tutti gli appassionati del regista londinese, ché ne racchiude meravigliosamente tecnica e spirito.
In pochi passaggi l'euforia ludica del circo, il razzismo popolare e quello istituzionale. L'alterigia del clero. Carl Brisson, pugile da baraccone, è Jack "One round" (potete immaginare il motivo). Scritto dal regista londinese, emerge l'attenzione a sguardi e reazioni. Dissolvenze suggestive. Sensibilità unita alla vis comica che lo renderà celebre. Il morboso pandemico voyeurismo, donna e uomo resi falsi dall'ambizione venale. Entrambi accecati dalla gelosia. "Nella cattiva sorte"...come no. I veri amici. Suspense a mani nude (o quasi). Alla "Royal Albert Hall", la scalata al titolo di Jack Sander. Eugene Carri arbitro nella storia.
Imperdibile per un Hitchofilo, anche perché è un muto coi contro guantoni.
(depa)

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