Fratelli Agnelli

Detto, fatto, al secondo lungometraggio, Lisandro Alonso calibrò il soggetto trovando già l'opera della maturità. Nel 2004, il regista bonariense diresse una pellicola su solitudini e resistenze. "Los muertos", confronto muto tra individui e ambiente, sguardo attonito sull'insanabile frattura metabolica lasciata dal Capitale.
Ancora cieli alberi rami foglie. [Morti] Radici. Color verde genocidio. Titoli di testa lungo una suggestiva carrellata. Mate per compagnia, Vargas se ne va dal carcere. Ammazzati i fratelli, chissàquando e dove, riporterà pelle organi ossa al luogo natale. Altri sentieri, nuovi ruscelli, sulla strada del ritorno. Tra i "problema de la época", troverà conforto da Janine, farà tappa per il miele, sino alle "sue" isole. L'introverso protagonista, la "spesa" fatta lungo la "strada", è uno scafato, ma non si tratta di ciò.
Indubbia tecnica registica dell'argentino. Cinema ineccepibile che non bazzica (tutte) le Sale.
Ci si può distrarre, quindi in piedi per tanta raffinatezza (Miglior film del Torino Film Festival 2004). -"Sai dov'è...?, -"Sì è mia madre", -"Vale".
(depa)

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