Drug Circle

Dopo otto anni, ho voluto rincontrare Jessy Schatzberg. Per cui il mio san valentino è stato cupo, buio, come l'amore in circolo tra i ragazzi del Parco Siringa. Nel 1971, in piena eroina, "Panico a Needle Park", secondo lungometraggio del regista e fotografo newyorkese, mostrò con delicatezza alcuni terribili scorci della tossicodipendenza. Col primo Al Pacino protagonista, grandioso scavezzacollo.
Upper West Side, Sherman Square. "Per gli eroinomani è...". "Girato a New York", ma potrebbe essere qualunque vicoletto, o appartamento. La fotografia ferrigna del polacco, classe 1937, Adam Holender (non una gran carriera). Di diritto nel nostro vecchio ciclo "Robba", ha il ritmo serrato e caotico della dipendenza. Mickey coi vermi. Panico è la "carestia", la brilla. Discorsi da panchina, "la migliore è la morte". Squarci su cui non scommettere: "Rocky sa di campione di boxe". Circondato da scimmie, la menzogna è una banana. Fiducia una parola in polvere. Rimorsi illusori. "No games". Ricadute scontate "I'm the supplier!". Poi la prova. "E chi ride più?".
Buio di ombre, in un silenzio intorpidito. La "magra" è finita, "no more panic". Succederà altro. Qualcosa accadrà. Ci arrangeremo. "Well?"
All right, Jerry, sinora tutto bene.
(depa)

Nessun commento:

Posta un commento