Evoca Pèzzoli

Devoti a Tsai Ming-liang, salendo i gradini impegnativi gratificanti della sua filmografia, si passa per "Visage", del 2009. Fratello decisamente minore del fuso orario e vago Taipei-Parigi, otto anni indietro, è il primo stroppiamento dell'autore malese.
Problemi strutturali, guai cronici. Tsai, coda di clown, con ironia tenta di tener bassa la sua ode stridula. A Taipei urgono idraulici. Sempre peggio! Altra storia d'acqua, histoire de Jean-Pierre Léaud sulla chaise a Père-Lachaise. Fanny Ardant fa magico capolino tra ricami di ferro battuto. Jeanne Moreau non la riconosco, non l'ho riconosciuta, ma è alta, altissima (sta in alto). Immaginazione Casta, nel sogno bianco, danza e canta. Antoine, "attore fragile che va protetto", trasognante alle Tuileries, Letizia bene e male d'amor. Parentesi canore sulle passioni, fantasie, sogni solitari. Il cervo è sparito e Kang-sheng è regista. Doinel ammattito tra le tombe, Antoine da "neutralizzare".
Pellicola smaccatamente narcisista, autospecchiantesi nei suoi volti e luoghi (e maestri). Onirica ed enigmatica, con una carica evocativa innegabile, ma dal fascino a tratti insopportabile. Mi incazzo pure, stavolta, dinanzi a questo caleidoscopio adagiatostanco. Capezzoli fuentes e Le Louvre tenax ("vincerà chi si distinguerà").
(depa)

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