Nove anni che non vedevamo Marcel Carné. Dai tempi magici dell'"Oberdan"...E' stato un piacere, quindi, ritrovare la vibrante firma parigina, con una pellicola, tra l'altro, diversa dalle precedenti. "Peccatori in blue-jeans" (t.o. "Les tricheurs"), del 1958, si butta nelle inquietudini post-adolescenziali della città sua "Ville Lumière".
Pascal Perit, classe 1938, in una produzione franco-italiana con J.P. Belmondo. Dizzy Gillespie e altri col loro jazz di New Orleans (Louisiana e Caroline). Gioventù senza pensieri, tra promozioni e juke-box.
Due mesi prima dell'alienazione. Nausea. "Le malattie del secolo" dei borghesi. "Un gesto gratuito". Scarpe. "Basta giocare" coi "demi-yankee". "Complessi" di troppo. Quando la periferia era dei ricchi. "Banda di giovani idioti". E come la ritrovi, Felix? "Amore, fedeltà, inganno!". Carné copre lo spazio visivo con raffinatezza, dando voce a questo grido di ragazzi, "lo voglio anch'io!".
Mic (sottoborghese aspirante e annoiato), Alain, Bob. Borghesi i genitori e anziani di questi giovani fuori corso. Non credere a niente è un gioco pericoloso. Dialoghi attenti sul vuoto ribellismo, "sconcio preferibilmente". Verità è un gioco falso ("lo giuro!"). Attenzione ai volti.
Correre a Jazz rullante, centocinquanta orari, per amor di morte. Angoscia e perversione, ma(la) fede nella vita. Da vedere.
(depa)
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