Tanto gira largo

Ho conosciuto Paul Landres (1912-2001). Ah. Il regista di New York, più "noto" (...) come montatore (non oggi), nel 1958 svolse il compitino affidatogli dalla "Allied Artists Pictures". Uh. Sufficienza a "L'uomo della valle"! (t.o. "Man from God's Country", catechizzando un pochino) Ché, nella sua apparente linearità, trova il giusto andamento.
Da "Warner Bros" una classica atipica storia dell'Estremo Ovest. Dalle valli al kammerspiel, matrimoniale, condominiale, paesano. Sparatorie che cambiano l'aria, nuove arie, nemici freschi. Ma qualcosa si può fare. Interesse, opportunismo e tradimenti, convertiti in amicizia, giustizia e fiducia nel giro di uno sparo, di un escamotage. Dalla Virginia al Montana, dalle stalle alle stelle, espiando per un amico, trovare la soubrette della vita.
Pellicola da pomeriggio televisivo ("Iris"), senza fronzoli capace di sfruttare i frequenti "interni" a disposizione, con attori dal profilo hollywoodiano (George Montgomery) e una regia che definiscesi "da buon mestierante". Paiono scontate, ma fanno smagnetizzare le nipotastre digitali. Good bye Landres.
(depa)

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