Le chiacchiere delle tre lasciano quel senso come di "La leggenda di Kaspar Hauser" di Davide Manuli. Regista indipendente milanese, classe 1967, a guardia di un avanti che guarda i vanti, di una terra, di un mezzo. Come la disco, direttamente dallo spazio 2012.
"Film-perlen" d'un cinema sperimentale che pompa in direzioni ventose. Disco è conoscenza. Incubo di Kubrick elettronico. "Blue film" e "Shooting Hope productions" (si ringrazia pure l'assessorato sardo) presentano Vincent Gallo, Claudia Gerini e i Vitalic a darci dentro di bassi e svolazzi. Il ragazzo che cadde sull'Isola, apparso dal mare, mentre pusher e sceriffo si fronteggiano a botte di techno. Anche minacciose, gomiti lascivi, il protettore non ha scempio. Vibrazioni, onde. E' nata prima la disco.
Nessun enigma, ché una Leggenda è approdata sull'Isola. La Leggenda della tecnohouse. E' nata prima la disco del cinema. Marshall Barche si esibisce per Kaspar sfinito. E insegna a DJare. Surrealismo sardo solcato dal vento. "Good boy", "Special boy". E' nata prima la disco della musica. Si cresce-si impara. Kaspar "Oes". Dio fa Elisa Sednaoui ("Yeah").
Consacrata al Plutonio, una pellicola che ripulisce come una pasticca. Torniamo a ballare sui loro banchi.
(depa)
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