Voluttàniente

Ricominciamo. Da Miloš Forman, autore da non dimenticare. Il regista cecoslovacco, scomparso quattro anni fa, nel 1986, forte dell'ultimo successo in costume, proseguì la graffiante rappresentazione degli intrighi di corte, dove sentimenti calcolatori possono intrecciarsi a passioni profondamente autentiche. Il visconte di "Valmont" ha squarciato il velo troppo tardi.
Dal romanzo "Le relazioni pericolose" (1782) di Choderlos de Laclos, una pellicola stupenda, dove la sensibilità del regista e collaboratori si staglia nelle scenografie, nei costumi, nel trucco. Nelle interpretazioni. L'autore spreme il meglio dal buon cast, traendo nettari di sensualità e spregevolezza. E' Fairuza Balk, la Dorothy d'Oz, a sfiorare le voluttuose corde. L'inquieto e sgomento tombeur del grandioso Colin Firth le strizza, dinanzi alla stregante Annette Bening; al cospetto della purissima Meg Tilly. Male e Bene si scontrano con tutta l'ironia del fato. Tra i drappi della mente, si svolge il futile e vitale romanzo degli ardori, interessati e non. Splendidi avvicinamenti, spietati indietreggiamenti, la fredda avidità a storpiare volti e valvole mitrali. Spiazzante la capacità di Forman di sondare i vari spettri del sentimento, rimanendo con le mani asciutte, intendo senza espedienti attaccaticci, ma lasciando l'esatto senso di vuoto che vige nella Bella Società. Figurine s'affannano, appaiono e scompaiono, rimpianti e rimorsi sono le chiavi sui loro spartiti.
Vero e proprio maggiore di Forman.
(depa)

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