Dentro nessunx

Héctor Babenco (1946-2016) era un nome nel radar del Cinerofum. Tra "Bibbia" e "Foglio", il regista di Mar del Plata, brasilianizzato (?) a vent'anni, ha fatto capolino svariate volte. Ma è dal "Grim", forse in attesa di ipotizzate rassegne anti-carcerarie, che ci giunge la sua pellicola. "Carandiru", del 2003, in effetti sarebbe una buona proposta. Affresco duro e accorato della moltitudine dei detenuti, gli ultimissimi di questa "Bella Società, fondata sulla libertà".
"Basato su fatti reali", ché il carcere non ha nulla di fantastico. "Settore giallo, prigione nella prigione". Sezioni Speciali (qui in italia: 41-bis, AS2, AS3 etc...). Architettura estraniante, già dominante. L'argentino, a metà della sua quarantennale carriera, si espresse con un taglio classico, hollywoodiano, ma con altra sensibilità. La classe carceraria si barcamena. Bisogna sapersi muovere (Spada). Ciccio bomba accoltellato. La mongolfiera del vecchio Chico. Miro silenzioso. I momenti in libertà rievocati nelle chiacchiere vivificatrici. Con l'ironia che tiene in piedi. Le doppie vite di Josué! Cinquemilacinquecento ingabbiati. RIVOLTA. Piovono armi, PAZ, bandiere bianche. "Millemorti da una parte, cento dall'altra". Il sapone sciacqua un sangue che non doveva essere lavato. Massacro dell'11 marzo 1992. Il Carandiru di San Paolo è stato tirato giù..."Solo macerie!".
Più cosa che come. Vedremo la restante filmografia di Hector. 
(depa)

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