Da una segnalazione di Marigrade, nostra preziosa inviata a qualche festival, una pellicola del 2019, scritta e diretta dal cinese Tsang Derek. La terza dell'attore regista, classe 1979, è un'opera "Contro il bullismo". Apprezzata nella "Valéry", più per il 'come' che per il 'cosa', affronta con coraggio la situazione scolastica nella repubblica imperiale cinese, puntando il dito, anzi, la m.d.p. con elegante originalità, piuttosto che critica incisività.
"Used to be", senso di mancanza. "Eccellenze scolastiche livello avanzato". Quindi la tesi è chiara e, mica, sbagliata. La pressione innaturale totalmente dedita al profitto economico non può che presentare i conti in termini di piccoli grandi atti o atteggiamenti di violenza personale minorile. Concorrenza sfrenata, countdown vari. Classi, gradi, "disciplina, lavoro duro". Nemmeno un rimpianto al posto del rimorso. Afisicità delle relazioni, schermate e salvate ("Su file..."). L'uomo, la donna, sono sospetti. Tutti i gesti per un'indagine. Il bullismo è istituzionalizzato. Una nota amara, il montaggio oppressivo per una violenza che è nell'aria. Telecamere. Drin. Regia rafforzata dalla fotografia estraniata. Di fondo: "noi siamo la polizia, dobbiamo aiutare". Click. A metà pellicola, s'intravedono, ai neon soffusi, alcuni buoni sentimenti. Permessi, ammissioni. "Lavora, duro, prevarrai", la rivalità a sistema. Vibrazioni (vrrrr). Piccolo abuso di rallenti (finale) abbassa il voto, senza inficiare la sorpresa per un film dal buon carattere, sfrontato e sensibile.
Non è chiaro come quelle stesse istituzioni che addomesticano, assoggettano, irregimentano studenti-e-non di tutte le età abbiano interesse ad insegnare valori diametralmente opposti a quelli di prevaricazione e dominio (nel concreto: accettare le didascalie finali). Di fondo: un'ingenua fiducia. Il nodo irrisolto.
Dopo la studentessa e il teppistello, nelle notti prima dell'Esame, sotto i cavalcavia della frammentazione, il giovane Derek maturerà?
(depa)
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