Technaffetti

Ho quasi terminato col Festival del Cinema Coreano di Firenze (2021). Nella Sezione "New Korean Cinema", dedicato alle pellicole del periodo considerato "del dragone", per quanto riguarda il cinema sudcoreano, è stato proposto anche "Il contatto", del 1997. Terzo lungometraggio del regista, classe 1967, Chang Yoo-hyun, è una sonata sugli amori immaginari, spesso più sicuri di quelli ballati.
Solitudini radiofoniche, chattate, dischi spezzati da cuori granitici. Sonate fantasiose, poi "catapultati nel problema", si è obbligati a "guardare lontano". "Pale Blues Eyes" dei "Velvet", vabbègraziealcazzo, come un libro di Murakami, ammiccante rilassato. Blues degli affetti incompleti. Infine felici. Già presentato nel 2013, nella retrospettiva dedicata alla protagonista, Jeon Do-yeon, è un film elegante andante che può conquistare. Ma mediocre per originalità.
(depa)

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