Sabbie d'interesse

Abbiamo già incontrato l'attore e regista Mark Rydell. Nel 1984, l'autore newyorkese realizzò un'altra pellicola sui sentimenti buoni, coi toni leggeri di ragazzi e fattorie, minacciati entrambi, là dove le passioni del cuore vengono inondate dagli interessi del Capitale. "Il fiume dell'ira" (t.o. "The river").
Una regia pulita, che ben si sposa con l'elegia d'una vita aggredita (fotografia di Vilmos Zsigmond). Mel Gibson è bello e bravo, sempre teso e concentrato. Sua moglie ha gli occhi dell'euforica malinconia di Sissy Spacek. Coppia perfetta, coi bambini già svegli e vivaci. Liberi. Ma come Malpasset (1959, 420 morti), Vajont (1963, 1.917 morti), Pontesei (1959), tra le centinaia, stanno a ricordare, bastano i soldi a comprare la vita dei poveri. In tono minore, per ora un arginetto smottato, per la diga mortale che verrà. Il conflitto sociale tutt'attorno, l'imprescindibile scontro tra lavoro (sfruttamento) e vita sana (ambiente salvaguardato). Per i crumiri, le forche caudine del picchetto (una scazzottata, uno sputo). Nemmeno un daino tra fornaci e carrelli appesantisce la rappresentazione impegnata, innamorata quanto attenta. Non ci vuole uno scienziato. Proprio no
(depa)

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