Inizia a prendere corpo (ouh...) la relazione tra il Cinerofum e Hong Sang-soo. Il regista sudcoreano, "habitué dei quattro maggiori festival europei", che abbiamo approfondito grazie al Festival del cinema coreano di Firenze, nel 2010 realizzò una della sue pellicole più celebri e, chissà, riuscite. "Un certain regard" a Cannes 2010 (Palma tailandese subito doverosa), indiscutibile padronanza della narrazione, ma poche pietre nella scarpa. Non pensiamoci adesso, "Hahaha".
E' la "Retrospettiva a Moon So-ri", quindi parto benvenuto. "Stavo preparando le valigie per il Canada...". Una chiacchiera tra i ricordi, il racconto delle semplici memorie di ognuno. Cin Cin! Con le zoomate di Hong, regista che se li scrive e produce. Autore ironico quanto basta, sappiamo i suoi toni leggeri su quotidianità e rapporti strambi. Emerge lo stile di Hong, dedito ad una scrittura libera, semplice, senza paura d'improvvisare sul set (né bere e fumare con gli attori per commiato, ahahah (ouh...)). "Vedere più cose quando se ne sanno meno". Atmosfere nouvelle, amanti, "eroi sacri" che surriscaldano. Il tocco leggero del regista, nella maschera della madre, altezzosa e sarcastica. "Il chiaro di luna sull'isola di Harsan". Quintetto alcolico, Moon So-ri tra i sogni. Interpretazioni all'altezza del canovaccio, antidepressivi e "cavallucci", "faceva fresco, avevo un rotolo di banconote nella tasca".
Alla salute dei nostri assurdi affanni, "Grazie per la bella storia, Cin Cin!".
(depa)
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