Il duemillesimo sproloquio cinematografico del 'Rofum è dedicato a Rainer Werner Fassbinder. L'autore complesso, contrito, doloroso, l'infaticabile artista graffiante ironico senza compromessi. Il nome che tanta parte ha in questa nostra fascinazione che non scema. "Despair - Un viaggio nella luce", psicodramma del 1978, parla di sdoppiamenti del piccolo uomo assediato, sino a tutti i nostri folli tentativi.
"Geria Film GMBH presents" la prima pellicola in inglese del regista tedesco, sempre "prodotta dalla Bavaria Studios", "Starring Dirk Bogarde". "Da una novella di Nabokov", con le sottili profondità che comporta. "Around the samovar" (dove c'è delirio, Dirk ci si butta). 1929. Hermann, Hermann, esule dell'Armata Bianca vende cioccolato lillà (per risarcire Versailles, dice ai tedeschi). Tensione nervosa. Peggiora col ciarlatano Orlovius sulla dissociazione (psicologica!). Sdoppiarsi, essere Silverman, e morire, o il serg. Brown, e morire. C'è "Lidya succosa e pienotta". Ma il miele lascia spazio agli spilli, sulla scabrosa eleganza dei movimenti macchina di Fassbinder. "Una tragedia umana". Lydia sola, alle prese con un pazzo. "Conan Doyle, Dostoevskij, Edgard Wallace". Il delitto perfetto marchiato RWF. "Tutto ciò è un film. Tra un minuto esco. Don't look at camera". Dedicato ad Antonine Artaud, Joseph Van Gogh e Unica Zürn:
Pazzesco. Come un viaggio nel Cinema.
(depa)
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