Democrature

All'ultimo "TriesteFF", sezione "Fuori dagli sche(r)mi", anche il grido di libertà lanciato dello scrittore e regista ucraino Oleg Sentsov (o Sencov), nato in Crimea nel 1976. Tratto dall'omonima pièce scritta nel 2011, "Numeri", del 2020, ne porta sullo schermo tutta la banalità del male. "Realizzato a distanza, dalla prigione ["diretto dal gulag"] è una sorta di manifesto", che dovremmo guardare bene, soprattutto in...ogni tempo.
L'autore con diversi anni di galera per, indovinate un po'..."associazione terroristica!" (bravi, avete vinto una sorveglianza speciale), che già pensò alla fantasia distopica per accusare la realtà; toccato con mani, piede, pelle e mente il sistema carcerario di una potenza occidentale, ne girò la pellicola da remota cella. Presentato alla "70a Berlinale", distribuito da "435 FILMS" e "APPLE", narra distopie ben note, perché ci viviamo. Orwelliane, ché le ha scritte. Quindi tutto vero, ormai vediamo. In Atti, per diventare utopia solforosa ci vogliono i passi (leggi). Totalitarismi, partendo da ogni piccola autorità, la loro oppressiva e criminale inumanità (sempre per qualche spicciolo di potere). Sullo schermo le dinamiche accettate e condivise. Assurdo che spinge alla patologia (o alla ribellione). Ogni gerarchia è "un colpo alla testa". La "giustizia" è potere. Macabro spettacolo non diverte nemmeno il borghese che sogguarda in vestaglia di raso (ma osserva, con la tecnologia sua serve fedele). I maschi ripongono il ping-pong, le femmine il vassoio. Un abbraccio. Qualcosa scricchiola.
La lotta di classe bene in testa (Brecht). "Parliamo solo del domani, ma è oggi che dobbiamo vivere". Vaghe idee di famiglie comunitarie, bambini giocano (amore è impronunciabile). La grazia dinanzi al plotone, souvenir tipìco di Mosca (aka Putin). Oggi più efficiente caricar su un furgone e imprigionare (Siberia è l'Eden). Delazioni, provocazioni, relazioni stilizzate manco tanto (Trier). L'aria deve essere irrespirabile in Russia, per gli spiriti liberi. "Non può essere stato invano". E non so quanto la tattica di ignorare Zero, di negare la sua esistenza, possa aiutare la classe degli sfruttati. I Grandi Zeri ci sono eccome, si chiamano: Denaro, Capitale, Stato, Religione, Civiltà...scienz(OUH!). I Numer(ZITTO!). "Non chiedermi come. Ma so ancora rispondere". Quanto ancora?
Ancora un buon esempio di quanto teatro e cinema sono e possano essere fusi. La figura di "Due volte primo", controversa come ogni vuota personificazione (non assomiglia nemmeno a suo cugino "Estremismo infantile"). La storia mostra qualche ripetizione, nuove sette per il numero 7. "Conservare il ricordo di questi tempi bui". Cala l'assuefazione al potere, se pure nella terra degli Zar, vecchi e nuovi, è chiaro che sostituire un potere, con un altro potere, impoverisce la VITA.
Magari non nuovo, ma fa sempre un certo effetto sentirsi ricordare che siamo programmaticamente maneggiati come numeri da pascolo (quale effetto?). Retorica giusta, contro autorità e galere.
(depa)

1 commento:

  1. E' di una decina di giorni fa la notizia dell'arruolamento di Oleg Sentsov nell'esercito ucraino a contrastare l'esercito invasore russo.
    "[...] Non ci permettiamo di giudicare la condizione terribile in cui queste posizioni sono maturate. [...]" Ma...
    "[...] Ci dispiace disilludere questi compagni, ma nell'Europa democratica, dove i presidenti vengono rimpiazzati, a fare le politiche sostanziali sono sempre le gilde economiche capitaliste e coloro che non ci stanno vengono imprigionati, torturati e trucidati come successo, contro i rivoluzionari e gli indipendentisti dei rispettivi paesi, in Italia, Spagna, Germania E Regno Unito. Sono gli stessi statunitensi che hanno fatto il colpo di Stato in Cile, che hanno sostenuto la dittatura dei colonnelli in Grecia, che hanno bombardato per tre mesi la Serbia, che hanno attaccato senza una ragione l'Iraq, gli stessi che torturano la gente a Guantanamo e che ammazzano la gente per strada perché ha la pelle nera. [...]"

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