Nella "Retrospettiva a Moon So-ri", dell'ultimo "Korean FF" di Firenze, è stato presentato anche "Ode all'oca", del 2018. Scritto e diretto dal regista cinocoreano, autonomo di Yanbian, classe 1962, Zhang Lü, è una pellicola sentimentale sulle fughe dall'amore, derive&approdi, per altri porti. Buon tocco.
Tutti al b&b strano di Gunsan, a farlo di notte e di giorno. Ocio, "selettivi" al B&B. Andamento lento del viaggio, dello spazio in comune. Non una nota. Solo la pioggia. B&B giapponese. Il giovane è un'anima vecchia. "Non ti piaccio?", "Non faccio certe cose da un po'". Il guest è di legno (vedovo), ma va ben...
Certo, l'incrocio è piuttosto scontato, ma gli spunti antonioniani su incomunicabilità e solitudini, di cui sono pregni molti sudcoreani, ci sono; come le ferite coreano cinesi, quelle d'ogni frontiera. Non il guizzo. Passano i giri nel gioco dell'oca e, grazie alla mia pedina preferita, Luna strepitosa quando isterica, tanto mi basta.
(depa)
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