Non era vero. Per "chiudere" il cofanetto di Ernst Lubitsch, mancava ancora il celebre muto "La principessa delle ostriche". Stesso anno, 1919, identica graffiante satira della "Puppe", ché siamo tutte maschere all'interno del teatro della vanità.
Ossi Oswalda, sempre lei, in questa "commedia grottesca". Dopo la suggestiva presentazione degli interpreti, Ossi distrugge tutto dalla felicità e dalla rabbia. Il lucido da scarpe con le ostriche, suvvia...Scenografie surreali e allucinate dell'Espressionismo. Vai di talco (e via il bambino!). Due elementi: bravura degli attori tedeschi del "muto", la rilevanza dei testi nelle didascalie, parte integrante dello svolgimento narrativo (non solo "il dire", ma "cosa" dire). Signorotti inetti, arricchiti non "impressionabili", la società borghese è sul piatto. Il lato comico di molte cose, ma Josef rimane l'unico vero principe. Da non perdere.
(depa)
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