Ecce bellum

Park Chan-wook, sempre all'ultimo "Festival del cinema coreano di Firenze", sezione "New Korean Cinema", ha riproposto un'ottima summa del cinema suo e dei suoi connazionali: spettacolarizzazione sbrigliata, tenuta in strada da una poetica così grave di questioni umane che resta su come un monito inascoltato. "Joint Security Area", del 2000, è contro tutte le guerre...secondo voi è da vedere?
Svedesi e svizzeri pacificatori esperti, commissioni varie che debbono indagare, raccogliere informazioni e dati (ahh ma, allora, si buttano davvero dalle finestre!). Soldati nordcoreani in Africa e Medio Oriente. Quella che, umanamente, prende qua e là le sembianze di scherzi ("Di là c'è più cibo"), di un cinema che ben conosciamo, racconterà lo scotto di obbedienze e repressioni che alcuni conoscono ancora meglio. Momenti di forte simbolismo per un film che è uno splendido manifesto anti-militarista. La consapevolezza dell'assurdo autolesionismo sociale, tolti gli interessi economici, in cui versiamo. "Se i dannati yankee continueranno a fare i loro giochi di guerra" ("by hiding the true"). Pensieri diversi, trasformati in opposti. Medesimi sentimenti, spacciati per tradimenti. Quindi, gli eleganti e doverosi dilatamenti per cogliere lo scontro a fuoco tra umano e disumano, sempre meglio "dotato". Mentre questo film, coi suoi caleidoscopi riflessi kurosawiani, "datato" non sarà mai.
(depa)

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