Blue Jeunesse

Fantastico, Simone dice "ti mando Tsai Ming-liang, sa il citofono!". Quindi passo la serata col regista malese, ci siamo presentati. Classe 1957, formatosi a Taiwan, già al suo esordio sintetizzò magistralmente i canoni di quel Nuovo Cinema. "I ribelli del dio neon" (t.o. "Nezha adolescente"), del 1992, è un capolavoro di ruvida dolcezza.
Si fa presto a scrivere di pellicole come questa, dall'andamento che adoro, neorealismo indocinese sempre pronto a scherzarci giù. Nessuno scarafaggio è stato maltrattato. E i ragazzi?...sul bagnato. Qualcosa di fascinosamente tragicomico. Oceano-Cucina, poi check emissioni, nel 1992. Tentativi impossibili, nel frastuono delle insegne. Dettagli delicati, poche chiacchiere. Pure il gioco si trasforma in videoMoloch. Scherzavo, non si scherza. Fotografia impeccabile, colonna sonora, tu, tu-dun, tu tu, tum, tum, una ciabatta, un mozzicone, una lattina...Due giovani storie impattano, nello splendido synth-pop del disagio. Situazioni di gatti col lardo, giornate sfortunate (di merda). Meglio non rispondere, collo spezzato. Toh, la luce...
Scrittura perfetta, poetica esistenzialista compatta, il sino-malese era già pronto per i premi internazionali.
Onore al Festival Cinema Giovani di Torino, che lo premiò subito. Ma il merito di questa serata è di Simone, di Ming-liang, del foglio...
(depa)

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