Stare assieme

Nella Sezione "Independent Korean", dell'ultimo "FF di Firenze", anche un consapevole cinema LGBT. Con due personaggi femminili studiati a fondo, "Portami a casa" (t.o. "Take me home", 2020), della giovane regista, classe 1987, Han Jay, offre un intenso scorcio di dolore condiviso.
Su come l'edera. Resistere alla "criticità", alla tragedia. Commovente, buon tocco per una storia tutta donna. Il tema è paludoso, basta che la foto non venga riproposta nel finale. Difficile trovare attori sudcoreano incapaci; in questo film ottime interpreti, concentrato dietro un intreccio invero un po' scontato. Dopo il cortometraggio, il film che dichiari se stessa e le identità frustrate. Eccallà...penalità foto. Errori di trentenne, che spero la regista pronta nei temi, non ricommetterà nel rappresentarli.
(depa)

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