Nella Sezione "Wild roses: registe in Europa" dell'ultimo Trieste FF, è stato presentato "La comunione" ("Komunia"). Docu-drama, "si dice così no?", diretto dalla polacca Anna Zamecka, parla di parietarie che resistono nelle città deserte d'assistenza e affetti. Fa freddo da quelle parti...
Una famiglia un po' così. Poi gli assistenti sociali che controllano se hai bevuto solo caffè. Aggiungici la menomazione religiosa in tenera età. Un sapore particolare questa pellicola quando le strade delle maggiori città polacche bruciano per il diritto all'aborto. Professori con occhiali e baffi che insegnano "Ora ringraziamo tutti quanti Dio" o "Siamo qui per il paradiso" (e manco con una melodia vostra, burini dell'anima!). "La pigrizia è un peccato. Anche la rabbia è peccato" (affinché non vi siano dubbi sull'ora et labora). Taglio curioso e originale, niente di nuovo, ma "interpretato" con equilibrio più sapiente di altri low-budget simili. Ché la regia si vede (inquadrature, fotografia, luci). Una volta tanto che esce a ballare, torna, e non c'è più la TV, belandi...
La comunione del fratello, per una ragazza donna. Mamma. In sostanza, è vita? E' normale? Quante energie, passioni? Tutto perso in circolo vitavizioso. Oppressione quotidiana, incomunicabilità, "Hola (como estas?)". Chiedersi dove dormirà il bimbo senza mobile Ichea.
Elena says: scarsa caratterizzazione dei personaggi, coinvolgimento nullo; sarà che se ne vedono tanti. Un po' severa, mi sa che non c'era nulla da caratterizzare.
Elena says: scarsa caratterizzazione dei personaggi, coinvolgimento nullo; sarà che se ne vedono tanti. Un po' severa, mi sa che non c'era nulla da caratterizzare.
Chiudo, "in ritardo estremico", col Trieste Film Festival, dedicato al cinema dell'Est. Edizione 2021 cupa, poca brezza, solo scoppi isolati, come l'attimo prima della tempesta.
(depa)
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