Pervasione

Ipotizzavo con François, poi con Claude. Son capitato con O. Parigi, Vichy, che differenza fa? Colpa d'Emmanuelle. Indizio: "I classici dell'erotismo per l'Espresso" (Ed. Tasc. Bompiani). Un po' di responsabilità pure al "Cielo", col suo ciclo "Voulez-vous coucher avec moi". Ieri sera è apparsa l'"Histoire d'O" (1975) di Just Jaeckin. O di Pauline Réage? O di Corinne Cléry? Erano in tre.
VM14. Vero. Tre volti, quattro volti, corpi, mani nei titoli musicati dal cantautore e compositore parigino Pierre Bachelet (1944-2005). Come indovinato, ultimamente, e aggiungo fortunatamente, sono passato dalle celebri pagine della Arsan, proprio da cui partì la breve ma intensa carriera del regista. Fortuna, perché m'è piaciuto e servito a sverginarmi in questa letteratura inaspettatamente delicata e feconda. Sono già sintonizzato. E' un consiglio?
La scrittrice francese Anne Desclos-Dominique Aury-Pauline Réage (1907-1998), scrisse il romanzo nel 1954, a quarantasette anni. "Vita privata: ha avuto un figlio da un breve matrimonio". Doveva essere una tizia simpatica.
Raggi luce peccaminosi, luoghi della lussuria, stanze al sesso, specchi barocchi che riflettono sempre altri piaceri. Il corpo nudo al centro. I sensi offuscano le immagini, l'eros acceca sino a dissolvere. Dama nuda su scacchiere del piacere. Inseguendo un coniglio nel pozzo, Alice trovò Sir Stephen (non un caso). "Non si può cedere ciò che non si ha". Per amore verso l'amato darsi a tutti (beati loro). Ritmo incalzante. "Le luci non spegnevano mai". Bisognerà pur farlo, un salto, a Roissy...
Il gusto tutto sado di "mettere alla prova". "Per lui è importante sentirsi padrone". Suvvia, non siate ipocriti. "Butta tutti i vestiti che non si
tolgono con un gesto e che non si aprono sul davanti". Subito.
Mai volgare. Lo scrivo. Bestie, a parlare "in maniera brutale e abbominevole" di una cosa così! Desiderare che finisca e che continui. Desiderare.
Partite perverse, sino al "marchio definitivo" (tranquilli, è quello del bestiame, ché vi conosco voi chissà che vi pensavate già...). Che "reggimento"! La meccanica lesbo avanza compatta. Piercing clitorideo, pf, sei out. Il luogo della marchiatura è davvero sospeso, vi è aria sensibilmente rarefatta. Tutti turisti, facile! Sprazzi di magia tipicamente d'Oltralpe, come il siparietto a tre sul mulinello (Dsch! Quello da pesca!). Jacqueline dinanzi alla macchina fotografica (sarà "Oui").
Si potrebbe stendere un tomo di versi sulle linee dell'allora venticinquenne Corinne Cléry. Ben poco sul resto. Qui alla sua prima e unica prova degna. Vestita cinque minuti contati, quasi vince la sfida con l'occhio (cine). Ma c'era margine di piacere. In realtà, così "fiera", O non è. Il dolce-terrore non l'abbandonerà. Povero René, "né gioia, né tristezza". Sta' più accorto la prossima volta.
Esplosioni di passione erotica che portano a gustosi pervertimenti? Sì, ma non vedo le "anime immature" di Carus. Anzi, forse davvero più polpose. Niente di romantico. Che non sia un caso che O sia una fotografa, ce lo dice in primis Pauline Réage. In fondo, si fa molto peggio, "a pagamento". Come vivere, o uccidere. Andare al cinema di per sé. E, se penso a "un album di immagini patinate animato con uno stile da carosello pubblicitario", a me vengono in mente Malick, Schrader, Gray...Sorrentino. Non questo film.
Mi interessano i sentimenti di O? Sì. Rapiscono queste tangenti tabù? Normale. Mi interessa il corpo di O? Come no. E il corpo di tutte? Via tutti!
Sta su. Insomma, regge. Chi ricorderemo? Tutti e tre.

(depa)

Ps: e bravi brasiliani...

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