Anche Elena è tornata nell'amore che uccide di François Truffaut. Ieri sera, in sala Valéry, "La signora della porta accanto" ha portato tutto lo scompiglio d'un fuoco mal spento. La finestra è sul cortile in fiamme. Passione che tutto stravolge, lungo uno splendido e micidiale sorriso. Penultima del regista, 1981.
Giungiamo dall'alto, volatili sui piccoli drammi (omicidi) di paese. Come dall'alto giunge Matilde. Intreccio rosanero, una passione misteriosa, crescendo d'Èthos-Thánatos (quando ti propongono di trascorrere una vacanza assieme, "tu, senza esitare, accetta") Con la musica dal ruolo fondamentale (undici volte Georges Delerue!). Magici rendez-vous in rue de la Gare 37. Fanny Ardant col suo sorriso 32 carati. Ancora una volta, pure io, a bocca aperta. Grandiosa. Ritornano gli inizi, i centri e, soprattutto, le fini delle storie d'amore. Povero Gérard Depardieu, disperato senza dignità. Morto che cammina. Spaghetti a mezzo giorno, via i vestiti!
Encor fou, che imbarazza coi cerchietti. Goia! Brucior di cuore, tra desiderio e terrore. "Né con te, né senza di te".
Solo oggi.
Terremoto.
Carne.
Sopore da avvelenamento. Languore da vene squarciate. Ci s'abbandona alle braccia della morte. Porte, passi, tragedia. Ma sì, col botto!
Si sorvola sulla fredda cronaca. Ma l'incandescente sotto l'abbiamo visto.
(depa)
Nessun commento:
Posta un commento