Colomba di guerra

Questa volta Anthony Ascott, Giuliano Carnimeo, ha doppia "t". Poi "m", "v" e "z", per completare "Uomo avvisato mezzo ammazzato...parola di Spirito Santo". Spaghetto western del 1972, fieramente pacchiano, offre personaggi che si reincontrerebbe ogni pomeriggio. Il potere ha i suoi generali,  la libertà i suoi santi (falsi e truccati).
"Titanus". "Padre nostro che sei nei cieli", manco il tempo di "dacci oggi il nostro", che nell'Intro scoppia il golpe. Sulle note della Rappresaglia Sbirresca di Bruno Nicolai, "Luciano Martino presenta" dagli "Elios Studi" di Roma. Miguel Fernández Mila alla fotografia. La già apprezzata Ornella Micheli al montaggio.
"Uhhhh! Madre de diòs!". "Spirito Santo" stava cercando delle miniere..."Rivoluzione? Ahaha...io sono un uomo pacifico". Uhm, sì, sì.
Western italiota sfacciato come d'uopo (le proteste del plotone!). A El Paso c'è il predicatore vero, non come la Colomba bianca che vien dal cielo. Il mitico Cris Huerta è Carezza, El Gordo. "Forse è più igienico sgomberare". Coppia magica: Huerta è un gran Spencer, Garko uno altro Hill. "Sì, ricordaglielo tu!". Così si seppellisce un colonnello Matatodos ridicolizzato. Temi cari ai ghignanti autori western. L'uso della tecnologia, l'arresto degli intellettuali, tutti squarci di un passato-presente-futuro che spaventa (che ci ricorda di farlo). Bebé bomba! Santo a cavallo bianco è un numero continuo, ma la comicità scalcagnata resta in volo e non si posa. "Gli unici che ancora si battono per la libertà sono sulla montagna". Si grida "Libertad o muerte!". Ma, forse, è meglio chiudere, con la legge del Menga...
(depa)

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