Asteroidi Umani

Torniamo un attimino alle lezioni di Storia. Del Cinema. Abbiamo di recente conosciuto August Blom. Il regista danese, tre anni dopo la sua catastrofe atlantica, costruì una striscia di pellicola che avrebbe dato il là a molte altre filanti (Meliés vigilava). "La fine del mondo" (t.to. "Verdens Undergang"), del 1916, è un fantascientifico come si deve. Dove l'orrido, ancora una volta, non è dal meteorite, ma sull'uomo.
Restaurato nel 2006, da uno screenplay di Otto Rung, questo ambizioso Titolo può essere scovato in rete. Vedo un po'. Il racconto cinematografico iniziava a pretendere i suoi tempi Colpo di fulmine e bastonate. I soldi fanno la felicità, per Edith e altri. Ma c'è un'altra Cometa Stoll, quella vera.
Amori altolocati o popolari. Gli avidi pronti a tutto (pure passare sul pianeta), presunzione e prepotenza degli scienziati (e parenti). Accendete la TV.
Tra denaro e donne, l'amor non può dividersi. Il bunker antiasteroide simbolo di una catastrofe umana. [Mannaggia al popolo che aspetta la fine del mondo per riprendersi ciò che gli è stato rubato] Un'altra danza, tra i lapilli del cielo! Veleni dalla Terra! L'Oceano s'innalza!". Ancora uno sbilanciamento, negli ultimi venti minuti succede poco o nulla (miniera, grotte nere...). Ergo: l'alba del nuovo giorno la vedrà solo chi vola basso. Anzi, chi non vola proprio.
Film severo, da vedere.
(depa)

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