No chocolate

Vagabondando per il lontano Ovest, mi sono imbattuto in Jackson Calvin Padget. Sessantenne dall'accento che non mi convince.  "Il pistolero segnato da dio" (1968), che poi è "Uragano West", è una lepre che, al veder cuccioli braccati, può farsi leone. Smascherato, la regia è perugina, il nome già incontrato: il poliedrico, in tanti sensi, Giorgio Ferroni (1908-1981), qui con un western pucciato nel tragico lirismo.
"La Augustus Distribuzione s.p.a. presenta", "In Eastman color" (iniziamo ad affezionarci, ché funzionava!). Con le musiche di Carlo Rustichelli. Soggetto di Augusto Finocchi...Insomma avrei dovuto capire.
"La guerra del bestiame, brutale, totale, senza esclusione di colpi". Filo spinato contro colt. Gary pistolero da circo, sarà l'amico giusto per la vendetta d'un orfano? Anthony Steffen sudatissimo come al solito, che diavolo lo turba questa volta?, è perfetto per dare la giusta carica drammatica dove non l'attendi.
Gary MacGuire è l'idolo del villaggio. Umiliato e offeso Uragano dei miei. Western esistenzialista ("quale non lo è?! Con tutto quel popò davanti", cit. catz.). "Un segno che porto nell'anima". Il senso di colpa, l'odio per la morte, paura e vigliaccheria. La fuga. In interni. "E' facile uccidere". Troppi soprusi, pure un pagliaccio può perdere le staffe. Figurarsi Steffen (eh ouh). La riscossa. I conti in sospeso chiusi (col supporto circense). Regia sorniona. Solo cioccolato, né nocciola, né biglietto.
(depa)

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