E' tutto nero

Chiudo ottobre con Alfred Hitchcock. Nella manciata dei mancanti, al Cinerofum, stava una perla come "Prigionieri dell'oceano" (t.o. "Lifeboat"), del 1944. Strepitoso per tutto. Ritmo, profondità, ingegno, thrilling. L'animale uomo silurato in mezzo al mare, tra suoi esemplari: fra Guerra e Natura non vince nessuno.
"20th Century Fox". Un fumaiolo in balìa, oggetti, corpi alla deriva. Naufragio, con l'elegante donna a riprendere l'accaduto, con distacco, come insegnano (siluro). La falsificazione di una fotografia. Graffiante Sir, sul piatto servito di una lotta per la vita (il cognac tiralo fuori). Dialoghi al microscopio. Chi è vivo diventa "un altro cliente". Ogni guerra incombe. Essenziale, puntuale, esatto. Il dolore d'una madre. "Il mare è così grande. Terribile". "Da buon cristiano", si combina poco. "Capo delle razioni, addetto alle cure dei malati". Le gerarchie infettano. Proverbiale escamotage per la lotta tra poveri (sulla stessa scialuppa). Creatività alle stelle (venere e marte). Come Hitch su una pagina di quotidiano: non poteva fare altrimenti.
Autorità, leaderismo, avidi conti di affaristi. La carneficina in barca è pronta. "Sono contenta che ci hanno silurato". Allegoria della guerra che, causa Capitale, è allegoria di vita (morte).
Tallulah Bankhead (1902-1968), Alabama che brucio con Billie Holiday, diede corpo e spirito ad un personaggio femminile che sovrasta tutto: "Forza, dai, a tutto vapore". Capolavoro di comprensione e interpretazione. Poi uno splendido ubriaco...
La cura dell'autore nei dettagli: le mani attorno alla fiamma purificante; la maestria nella narrazione: la sequenza del pesce! L'acume nelle dinamiche: pare di essere al varco Etiopia...ma gli sfortunati protagonisti, infine, daranno prova di spirito pratico, solidale. Una risata li soccorrerà, sino al finale esplosivo. Violento, truce, delirante (l'irragionevole rilancio in mezzo all'oceano). Realistico (è la guerra baby).
(depa)

1 commento:

  1. da aggiungere: una delle apparizioni più spassose del maestro, che compare su un giornale, stranamente presente sulla zattera, come feticcio di una pubblicità dimagrante.

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