Dario Argento. Nome che è un po' una scultura piantata nello sterno. Nel 1982, girò un giallo orrorifico, of course, sanguinolento quando è il momento. E questo arriva, in "Tenebre", perché puoi correre quanto ti pare...
Colpa di Elena, fan del regista romano. (trillindindirindin...) "La Titanus presenta" ed "è già iniziato" si urla in sala. Con Veronica Lario ("ma non è la moglie di Berlustroni?") e con Giuliano Gemma ("Io bevo solo in servizio"). A parte il simpatico e cresciuto ragazzo, recitazione OGM per questi primi passi di un seriale. Potere d'Argento, finirà in terzo piano, tutti tesi al terrifico scalpore. Palazzine interamente scavalcabili, perlustrabili, spiabili, angosciose carrellate sull'orrore (un guanto nero s'appoggia allo schermo). Tachicardia c'è (dobermann). L'"inimmaginabile ma possibile", a volte è la verità. Lampi e tuoni, AAA cercasi trame limpide: ma questo è plasma sanguineo. Caleidoscopica striscia omicida, col sound minaccioso elettrico dei figliocci dei Goblin (Simonetti, Pignatelli, Morante), le lezioni dei grandi (Bava) ben chiare (non è detto che sia uno), e qualche affronto in più. Titoli di coda immersi nelle grida (tuz tuz) chiudono l'ottava pellicola di Argento, conficcata, nel bene e nel male.
(depa)
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