Tra i "Documentari" di quel lontano Trieste Film Festival 2021 (!), stava anche "Chiodi nel mio cervello" (2020), sonata triste in malinconia maggiore del già incontrato Hilal Baydarov. Il regista azero, classe 1987, riflette su se stesso, attraverso le gocce dei ricordi. Stillicidio dell'anima.
"Racconto della memoria...famiglia, infanzia, fa parte di una trilogia dedicata alla mia terra". "Per Jola". 1. "Prima domanda". Sonata per fuga di gas, Elegia di Bellezza, Amori trascorsi, Paure di sempre. 2. "Quella ragazza di Sarajevo". Buche e volti. Lo strano piacere di essere punito (scuola patibolo). Grande composizione d'immagini. 3. "L'amore per il vero". Scrivere tre volte il testamento. La paura dell'Inferno. Fede e Dubbio. La morte del padre e il Teoroma di Pascal. 4. "La realtà" ("realliq"). Arte e Vita. 5. "5=5?" La malattia del "non mi piace nulla". La tendenza al "rifiuto". 6. Piccoli momenti...Intimo racconto cinematografico, performance video filosofica (esistenzialista), confabulazione teologica. Monologo interiore reso per quadri efficaci. "La vita è il suicidio di Dio". 7. "Stare nel mezzo". Oh, speriamo.
Apprezzabile. Questo giovane informatico dell'Azerbaigian è da tenere d'occhio.
(depa)
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