Ripassare a John Sturges significa tornare al Western classico. "Sfida nella città morta" (t.o. "The Law and Jake Wade"), del 1958, ne ha tutto l'aspetto. E ancor di più. Invecchia poco una pellicola con solida struttura e deciso retrogusto di rabbia.
"M.G.M.", con Robert Taylor, "In Cinemascope and Metrocolor". "Non voltarti...". Uno sceriffo distratto permette a Jake di commettere l'errore più grave. Toh, c'è Clint, quel ceffo minaccioso di Richard Widmark. Avanzi di galera ai piedi di vette sontuose e selvagge. Dal Nuovo Messico al Colorado, splendido territorio comanche (e, loro, di notte non dormono). Brulle vallate, cime innevate, che trasudano mezzi (tecnici). Poi qualcuno cambia "reparto" e, allora, tutto si complica. Essersi "sistemati bene, ma doversi allontanare...", da un passato che torna, pure Henry Silva ha i suoi casi. E pensare che tutto ciò è perché..."Gliel'abbiamo fatta", ultime parole..."Onore o cose del genere", forgiato nella guerra civile, Clint. La fine di un ragazzo può far cambiare idea agli amici. Ma non fu Jake...
I "personaggi maschili dominanti" di Sturges, le sue "scene d'azione impeccabili", come il capitolo finale, nel paesino deceduto. Intrigante manipolazione degli spazi. E spettacolari duelli, scontri fatali (vere stragi), come la resa dei conti, gustosa spremuta di protagonisti principali.
(depa)
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