Lil' John Cheerooz

Don Siegel ha fatto di tutto. Toccava un genere, ne plasmava un classico ("regista modello"). Nel 1976, il regista baffuto di Chicago ebbe l'onore di dirigere l'ultimo John Wayne. Ne "Il pistolero", l'attore icona del "Western" poté chiudere con tutta la complessità della propria figura, per sempre intatta.
"Il suo nome era John Bernard, J.B. Books...1890". "Non era un bandito, anzi..." ("non sopporto insulti e violenze")­. "Mi raccomando, con quel cannone amico". 22 gennaio 1901. Paesaggi ed atmosfere vespertine ("La regina Vittoria è morta"), col governatore James Stewart a congedare artisticamente il coetaneo (lui ne interpreterà altri quattro). "Quanti anni sono passati, quindici?". E ora, "un dolorino in fondo alla schiena...". Quindi, "andare in un posto tranquillo e aspettare...Anche le querce muoiono".
Ron Howard, ventiduenne ormai del giro, è Gillon, un "non ragazzo". "Lo sceriffo ha ucciso cinquanta uomini". Come minimo, nel "Far West" uno scazzo all'anno ("fate il conto dei debiti di sangue accumulati in giro"). Con la curata fotografia di Bruce Surtees, cesellata dalle musiche di Elmer Bernstein, un western bello quanto "pratico". Gioca sporco Books: davanti alle dame tira calci, poi smorfie di dolore.
"Noi due siamo di un'altra epoca". Siegel impreziosisce il quadro vivo, "da 27 passi! Olèè!". "Fourth Day, 25 gennaio". Ah, il tempo..."Fifth Day", happy birthday. Come avrete capito, è un crepuscolare imbolsito nel bollino (verde). "Tu non sei uno sceriffo. Sei uno stronzo (.)". Il doloroso rincontro con l'antica fiamma (Lauren Bacall). "Sixth Day, 27 gennaio". Più che sommesso, "undertaking" è il leitmotiv. Siamo sinceri: ogni scena con John Wayne "vale i 10$ del teatro". "...28 gennaio", consegnato gli inviti al Gran Galà. "Last Day, 29 gennaio", il saloon è pronto e, questa volta, sarà il suo "falsa primavera".
"Addio Sig. Books", addio Mr Wayne: vi abbracciamo, col barista e col "Panavision" più affettuoso.
(depa)

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